Per Crisanti Imbersago rappresenta una tappa importante, per la storia, il luogo, il premio omonimo, di cui è stato il primo vincitore nel 1996 e che ebbe come diretta conseguenza una mostra personale alla Galleria Mari nel 1997 nel corso della seconda edizione del Premio Morlotti Imbersago.
Sono passati 12 anni, ma Giulio Crisanti non si è mai allontanato da Imbersago, anzi è di casa ed è in questi ultimissimi anni che ha accettato con grande disponibilità l’importante incarico quale direttore del costituendo Museo Attilio Granata, lo testimoniano puntualmente Angelo e Daniela Granata nell’introduzione del catalogo appositamente edito.
Questa sua personale ospitata negli spazi espositivi della Fondazione Granata–Braghieri di Imbersago, è curata del critico d’arte Dott.ssa Simona Bartolena, e propone una selezione di opere degli ultimi anni.
Simona Bartolena scrive nel catalogo che accompagna la mostra: …Per Crisanti l’arte non è un mero fatto retinico, né semplice questione estetica, né tanto meno la voce dell’istinto: l’arte è pensiero, idea, contenuto. Crisanti ama accompagnare le sue opere con la parola; gli scritti diventano parte integrante della creazione. Ma le parole non bastano: Crisanti è innanzi tutto pittore e così, come spiega lui stesso, “per incapacità a ricercarne di giuste e semplici” egli utilizza “l’unico mezzo” per lui “più spontaneo, la pittura, anch’essa espressione valida del pensiero umano, per mantenere aperto un dialogo con il prossimo”.
E ancora… Crisanti, dicevamo, sceglie la pittura, e in particolare sceglie lo stile Informale. Informale, si badi bene, non astratto; una distinzione in questo caso realmente importante, poiché le opere di Crisanti un soggetto ce l’hanno eccome; raccontano di un’ umanità capace di indossare le ali di Icaro e poi rovinare al suolo, in grado di costruire meravigliose architetture (architetture di pietra e di pensiero) per poi ridurle a rovine, distruggendo ciò che di meglio ha realizzato; raccontano di un uomo schiavo della tecnologia, annientato dallo stesso progresso che lui stesso ha fermamente voluto. L’uomo e il suo cervello, l’uomo come essere pensante. L’uomo che, una volta scelta la sua strada, può creare come distruggere, fare grandi cose così come essere responsabile dei peggiori orrori.
Questa esposizione partecipa di diritto alla Quinta Edizione della GIORNATA DEL CONTEMPORANEO 3 ottobre 2009
manifestazione annuale di AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani
Note Bibliografiche
Giulio Crisanti nasce a Frascati (Roma). Studia e si forma artisticamente a Roma.
A partire dal 1963 cerca una sua identità artistica ricercando le sue forme e sviluppandone i contenuti lavorando con la pittura, la ceramica, la scultura. Nel 1968 ha già partecipato a rassegne collettive sul territorio laziale; nello stesso anno è presente alla 6ª Biennale Romana al Palazzo delle Esposizioni; in Spagna nel 1972 Joan Mirό lo seleziona per l’ XI° Premi de Dibuix a Barcelona (E); ancora nel ‘72 vince il 1° Premio nella Rassegna Internazionale di Pittura “Città di Noto” : in commissione Marcello Mascherini, scultore, (Italia), Luis Bosch ì Cruanas, scrittore, (Spagna), Jean Pierre Girod, critico d’arte, (Svizzera), Horst Behrend, critico d’arte, (Germania), Pastor Fenix, critico d’arte, (Olanda); nel 1980 partecipa alla 2ª Biennale Internazionale della pietra “Città di Marino” Roma e riceve una segnalazione dalla giuria composta tra gli altri da Lorenzo Guerrini, scultore e Fortunato Bellonzi, Segretario dell’Ente Quadriennale di Roma.
Dal 2007 e’ Direttore del museo d’arte moderna Attilio.Granata della Fondazione culturale Attilio Granata – Franco Braghieri di Imbersago , in provincia di Lecco che realizza, per conto dell’Amministrazione comunale di Imbersago, il Premio Morlotti giunto, nel 2009, già alla 12ª edizione.
Opere di Crisanti sono presenti in diverse collezioni private in Italia ed all’estero, in Amministrazioni pubbliche e musei, tra queste figurano la Telecom Italia – Roma che raccoglie diciannove dipinti di varia grandezza del periodo 1969 – 1978, la Fondazione Jerry Forestieri di Cleveland che possiede due tele ed alcune carte degli anni ‘70, esposte in permanenza nel Museo d’Arte Contemporanea di Cleveland – Hoio (USA). Di pochi giorni l’acquisizione di un dipinto recente da parte del Museo della Permanente di Milano.
Molti sono i critici e storici dell’arte che si sono e si interessano del suo lavoro; tra questi, Fortunato Bellonzi, Maurizio Calvesi, Anna Caterina Bellati, Luigi Sansone, Domenico Montalto, Giorgio Severo, Luigi Erba, Donato Di Poce, Alberto Veca , Simona Bartolena, Francesca Mariotti.