Le opere dedicate al bianco di Pietro Broggini sono lavori nei quali il fotografo spoglia gli oggetti, i luoghi e le sezioni architettoniche di qualsiasi connotazione spazio temporale e conferisce loro la dimensione del puro pensiero astratto.
Il bianco diventa spazio senza luogo, momento senza tempo e bacino di raccolta del pensiero puro, una Via Lattea fatta di galassie (le forme architettoniche) e sistemi solari (gli oggetti), distanti anni luce e apparentemente inerti, seppur collegati tra loro da una lieve e indefessa forza di gravità (lo sguardo del fotografo), che tutto tiene insieme donando equilibrio e vita.
Amante della cultura e della filosofia orientale, cultore di un certo minimalismo estetico quale strumento di sintesi, Broggini racconta le proprie certezze ed incertezze di uomo con la metafora di una stanza bianca in demolizione/ricostruzione.
Nell’indagine delle sezioni architettoniche, Broggini reinterpreta le superfici e gli spessori dei materiali utilizzati per la costruzione degli edifici, che diventano espressione estetica di sublimazione del bianco e che sembrano restituire un antico candore anche alla città contemporanea.
Il bianco, somma di tutti i colori, non a caso è simbolo tanto nelle culture occidentali, quanto in quelle orientali, di Verità Assoluta e di Resurrezione.