L’artista Gianfranco Bonetti è nato a Bergamo nel 1947, e morto a luglio di quest’anno.
La Giuria dell’Undicesima edizione del Premio Morlotti – Imbersago 2007, riunita nel mese di settembre, e composta da Ernesto Treccani, Domenico Montalto, Giorgio Seveso, Renato Galbusera, Mario Sottocorno, Chiara Bonfanti, Giovanni Ghislandi, gli ha assegnato il Primo Premio alla carriera nella sezione Artisti Affermati con la seguente motivazione:
“straordinario artista figurativo schivo e defilato, ancora immeritatamente poco conosciuto al grande pubblico, purtroppo prematuramente scomparso pochi mesi fa, per la sua tormentata e intensa figurazione di robusto impatto poetico, inconsueta metafora dello sgomento e delle tensioni esistenziali dei nostri anni”
Ha scritto Domenico Montalto nel catalogo del Premio:
“Nei quadri di Bonetti, lavorati con tinte risentite e acide, in un gioco di controluci e di ombre fonde, da teatro barocco, vediamo personaggi noti e ignoti, uomini e donne abitare il vuoto d’una stanza o d’una strada, esprimendo sconcerto e malessere.
Anche negli autoritratti, replicati infinite volte, Bonetti guardava sé stesso con gli occhi di un Bacon o di Giacometti redivivo in terra orobica o meglio di Fra’ Galgario del nostro tempo, un Fra’ Galgario esistenziale e tormentato, mettendo in posa il comune migrare verso il niente, in una galleria di effigiati dove il disincanto della coscienza infelice sostituisce il bigotto sussiego settecentesco, e dove la pittura, anziché celebrare la figura, pare corroderla, come una carie necessaria. Bonetti ha testimoniato in pittura ciò che un altro grande, Ungaretti, aveva espresso in parole: «la morte si sconta vivendo». Erede della più grande cultura moderna, formatosi sui poeti del Romanticismo tedesco, a Gianfranco Bonetti va riconosciuto un posto di primo rango fra gli artisti contemporanei che hanno saputo attualizzare i valori della pittura lombarda ed europea.”