Si apre il 9 maggio prossimo a Imbersago nella sede della Fondazione Granata –Braghieri, una piccola, ma accurata antologica dedicata al grande artista Donato Frisia, che nacque a Merate nel 1883. In mostra paesaggi, dolcissimi ritratti femminili, tra i quali una splendida Caterina del 1920, e un austero autoritratto del 1902.
La mostra è curata da Marina Pizziolo, autrice delle ultime grandi monografie dedicate all’artista, nonché artefice della sua riscoperta critica.
Se, per vari motivi, il clima culturale non è stato favorevole a una serena lettura dell’opera di Frisia, sull’artista perlomeno non è gravato quell’inspiegabile oscuramento della memoria che si abbatte su tanti artisti e intellettuali nelle forme dell’anatema “nemo propheta in patria”. La città natale di Donato Frisia, Merate, ha saputo infatti negli anni farsi promotrice di varie iniziative, tese a ricordare l’artista e a stimolare gli studi critici sulla sua opera, costituendo nel desolante panorama delle tante memorie perdute un raro esempio di sensibilità e capacità organizzativa.
Già nel 1983, a Merate, a Villa Confalonieri, si celebrava infatti il centenario della nascita dell’artista con una mostra commemorativa che riproponeva Frisia all’attenzione dei suoi concittadini, soprattutto quelli delle nuove generazioni. Presentando la piccola monografia, l’assessore alla cultura di allora, Luigi Galbusera scriveva: “Certo non tutti sono critici d’arte, non tutti possono azzardare giudizi sulla tecnica pittorica, sulla scala cromatica e sullo stile impressionista o non che traspare nei quadri di Frisia. Ma forse tutti, per lo meno noi meratesi, dovremmo soffermarci un po’ di più ad osservare, interpretare, ammirare le opere di questo artista, di questo nostro artista, di uno che come noi ha contemplato il tramonto del sole dietro la collina di Montevecchia, di uno che come noi ha tanto amato il verde della Brianza, della sua terra, della nostra terra”.
Neanche dieci anni dopo, nel 1991, la Banca Briantea, di Merate, pubblicava a cura di Marina Pizziolo, una grande monografia dedicata all’ artista, riproponendolo all’attenzione della critica e del pubblico nazionale. Mentre l’anno seguente si apriva, nelle belle sale di Palazzo Albini, sempre a Merate, un’antologica che ordinava più di un centinaio di dipinti di Frisia: antologica che conobbe poi una seconda battuta negli spazi di Palazzo Bandera, a Busto Arsizio.
L’impegno dell’amministrazione comunale di Merate nella difesa delle sue memorie artistiche si espresse ancora, nel 1998, nella creazione del Premio Donato Frisia, nato come omaggio a questo grande paesista, con l’intento di costituire un ideale osservatorio culturale per un genere, quello della pittura di paesaggio, che le profonde modificazioni del linguaggio artistico hanno trasformato da accademica riproduzione del vero in libera interpretazione mentale dello spazio. E infine nel 2003, sempre a Villa Confalonieri, a Merate, un’altra mostra voluta dall’amministrazione comunale per celebrare il cinquantesimo anniversario della morte di Frisia.
Oggi questa mostra, ordinata negli spazi della Fondazione Granata-Braghieri, vuole riproporre un grande artista che ha saputo interpretare i paesaggi della nostra Brianza con intensità e commozione. Un grande artista al quale Modigliani dedicò ben cinque ritratti, durante uno dei suoi tanti soggiorni a Parigi. Un artista che le giovani generazioni è giusto non dimentichino